I vasi acustici presenti nei muri e nelle volte di numerose chiese in Europa sono un argomento che da molto tempo impegna gli studiosi in riflessioni e studi, tanto in campo archeologico quanto in quello acustico.
La reale efficacia di tali dispositivi è di difficile dimostrazione anche con le moderne tecnologie oggi a nostra disposizione, e molti ricercatori hanno dubitato e dubitano ancora che il riutilizzo di tali contenitori ceramici nelle murature abbia finalità acustiche.
Non essendo stata finora stabilita con certezza la destinazione d’uso per i vasi, questi non sono stati oggetto in passato di una particolare attenzione durante i lavori di restauro: così numerosi esempi di edifici con vasi acustici, soprattutto chiese, documentati nella bibliografia del XIX secolo, oggi non conservano più questi dispositivi.
Di fronte a questa constatazione, abbiamo riunito un’equipe multidisciplinare nel quadro di uno specifico programma di ricerca dell’Università di Poitiers (“Action Incitative” – ACI), programma finalizzato a fare il punto della questione attraverso un’indagine storiografica di questa tecnica acustica nella letteratura di settore, e finalizzato parallelamente a interpretare la finalità costruttiva con cui vennero posti in opera nelle murature questi contenitori ceramici, cercando di rintracciare la natura di quest’operazione senza usare idee preconcette e prese di posizione a priori. Infatti, oltre che come finalità acustiche, sono state messe al vaglio anche altre ipotesi presenti in bibliografia, come ad esempio quella del regolamento termico, della dispersione dell’umidità, o ancora dell’alleggerimento delle volte.
Le nostre ricerche ci hanno però sempre fatto propendere per un uso a fini acustici, in accordo del resto con la tradizione archeologica; tuttavia bisogna ancora poter dimostrare quest’ipotesi con delle prove scientifiche convincenti.
Abbiamo portato avanti uno spoglio sistematico dell’edilizia storica francese per elaborare n inventario completo. Alcuni ricercatori collaborano a questo progetto anche dall’estero, condividendo con noi i loro dati e i loro inventari; siamo così arrivati a un totale di circa 350 chiese recensite in Europa, di cui quasi 200 in Francia: abbiamo però sicura consapevolezza che ce ne siano molte di più.
Tra le 200 chiese recensite in Francia, ne abbiamo visitate una cinquantina e abbiamo misurato le frequenze di risonanza dei vasi presenti in una ventina di queste, per un totale di circa 600 vasi.
Abbiamo rilevato i dati architettonici e archeologici degli edifici ecclesiastici inventariati per confrontarne ed osservarne le eventuali costanti di messa in opera, e se possibile, per enuclearne le prassi di cantiere.
Anche il confronto tra le conoscenze teoriche dell’acustica dell’antichità classica con quelle dell’età medievale e moderna sono ugualmente oggetto della nostra attenzione, soprattutto per quello che riguarda la presunta filiazione di questa tecnica con quella dei famosi vasi di Vitruvio.
Testi e menzioni in bibliografia sono stati passati al setaccio da fisici acustici, archeologi, storici dell’arte e inoltre da filologi, al fine di evitare delle confusioni terminologiche nella lettura dei testi più antichi.
Il risultato di queste ricerche è stato pubblicato nel volume “Archéologie du son: Les dispositifs dans les édifices anciens”. All’interno di questo sito sono inoltre disponibili le diapositive e i testi delle conferenze a cui abbiamo partecipato, nonché le relazioni di studio.
Traduzione : N. Barone